Ormoni ed età

Una scoperta ormonale potrebbe predire la salute a lungo termine negli uomini

22 Aprile 2024 - Fonte: Jim Cornall – LABIOTECH

I ricercatori hanno scoperto il ruolo vitale di INSL3, un ormone che si sviluppa negli uomini durante la pubertà, che fornisce una previsione precoce della possibilità di sviluppare determinate malattie in età avanzata.

Gli scienziati dell'Università di Nottingham, nel Regno Unito, hanno scoperto che un nuovo ormone peptidico insulino-simile, denominato INSL3, rimane costante per lunghi periodi di tempo ed è un importante biomarcatore precoce per la previsione delle malattie legata all'età. Le loro ultime scoperte sono state pubblicate su Frontiers in Endocrinology.

L'INSL3 è prodotto dalle stesse cellule nei testicoli che producono il Testosterone, ma a differenza del Testosterone, che fluttua per tutta la vita di un uomo, aumentando nella fase adolescenziale per poi diminuire con l’età, l'INSL3 rimane costante ai livelli della pubertà, per tutta la vita di un uomo, diminuendo solo leggermente nella vecchiaia. Questo lo rende il primo biomarcatore predittivo chiaro e affidabile della morbilità legata all'età rispetto a qualsiasi altro parametro misurabile.

I risultati mostrano che il livello di INSL3 nel sangue è correlato a una serie di malattie legate all'età, come la debolezza ossea, la disfunzione sessuale, il diabete e le malattie cardiovascolari.

Bassi livelli di INSL3

La scoperta della natura coerente di questo ormone è molto significativa, in quanto vuol dire che un uomo con INSL3 alto quando è giovane avrà ancora INSL3 alto quando è più vecchio. Ma qualcuno con un basso INSL3 già in giovane età, avrà un basso INSL3 quando è più anziano, il che lo rende più propenso ad acquisire le tipiche malattie legate all'età. I ricercatori hanno detto che questo apre la possibilità di prevedere le malattie legate all'età e cercare modi per prevenire l'insorgenza di queste malattie mediante un intervento precoce.

La ricerca è stata condotta da Ravinder Anand-Ivell e Richard Ivell ed è l'ultimo di tre studi recenti sull'ormone.

Anand-Ivell ha dichiarato: "Il Santo Graal della ricerca sull'invecchiamento è ridurre il divario di forma fisica che appare con l'avanzare dell'età. Capire perché alcune persone hanno maggiori probabilità di sviluppare disabilità e malattie con l'avanzare dell'età è fondamentale in modo che si possano trovare interventi per garantire che le persone non solo vivano una vita lunga, ma anche una vita sana. La nostra scoperta ormonale è un passo importante nella comprensione di questo e aprirà la strada non solo per aiutare le persone individualmente, ma anche per aiutare ad alleviare la crisi dell'assistenza che affrontiamo come società".

I livelli rimangono costanti

Il team ha analizzato campioni di sangue di 3.000 uomini provenienti da otto centri regionali in tutta Europa, con due campioni prelevati a quattro anni di distanza.

Lo studio ha anche dimostrato che la popolazione maschile normale, anche quando è giovane e relativamente sana, mostra ancora un'ampia variazione tra gli individui rispetto alla concentrazione di INSL3 nel sangue, di quasi 10 volte.

Ivell ha detto: "Ora che conosciamo il ruolo importante che questo ormone svolge nel predire la malattia e come varia tra gli uomini, stiamo rivolgendo la nostra attenzione alla scoperta di quali fattori hanno la maggiore influenza sul livello di INSL3 nel sangue. Il lavoro preliminare suggerisce che l'alimentazione nei primi anni di vita può svolgere un ruolo, ma molti altri fattori come la genetica o l'esposizione ad alcuni interferenti endocrini ambientali possono essere al pari molto importanti".